La distorsione di caviglia

La distorsione alla caviglia è un infortunio che consiste nella rotazione violenta o troppo veloce dell’articolazione. È il trauma più frequente nella maggior parte degli sport. 

Generalmente la distorsione di caviglia si verifica nei bambini, negli sportivi e nelle signore con i tacchi e determina dolore, edema (gonfiore), ematoma, limitazione funzionale.

La distorsione più comune è in assoluto quella in supinazione e flessione dorsale (il termine tecnico è inversione); il legamento peroneo-astragalico anteriore è comunemente interessato, mentre altri legamenti (peroneo-astragalico posteriore e peroneo-calcaneare) sono interessati solo nei casi gravi.

In genere una distorsione può causare stiramento o rottura di varie strutture articolari o muscolari: capsula articolare, tendini dei muscoli peronei, muscolo peroneo breve, muscolo peroneo lungo, muscolo peroneo terzo.

L’approccio fisioterapico prevede la riduzione del dolore attraverso terapie fisiche; il ripristino di una articolarità corretta; la guarigione e il miglioramento della qualità dei tessuti eventualmente danneggiati; la rieducazione propriocettiva; il rinforzo muscolare.

La scoliosi

La scoliosi è una deformità della colonna vertebrale conosciuta e studiata fin dall’antichità. Si presenta come una deviazione laterale e permanente della colonna vertebrale associata alla rotazione dei corpi vertebrali; di conseguenza, si formano una o più curve di compenso (con l’obiettivo di mantenere il cranio centrato sul bacino e sul perimetro di appoggio) che alterano aspetto e funzione della colonna e del tronco.  

Le scoliosi sono idiopatiche (cioè senza causa apparente) nel 70-80% dei casi; il rimanente 20-30% dei casi è dovuto a forme congenite o acquisite per traumi, infezioni, tumori o artrite.

Le forme insorte durante l’accrescimento possono risolversi spontaneamente grazie a un’attività sportiva adeguata a stimolare lo sviluppo corporeo in modo simmetrico. La diagnosi precoce è fondamentale per intervenire al più presto sul bambino per evitare che nella fase adolescenziale ci sia un peggioramento poi difficilmente trattabile.

Per evitare che la scoliosi peggiori occorre effettuare delle sedute posturali personalizzate che permettano al paziente di andare ad attivare quelle aree del sistema muscolo-scheletrico che hanno perso una corretta plasticità; può inoltre essere utile lavorare sulla meccanica respiratoria.

La lombalgia

Il “mal di schiena” o lombalgia è una patologia molto diffusa, soprattutto nelle persone che svolgono un’attività lavorativa prevalentemente da sedute. Colpisce almeno il 70% della popolazione almeno una volta nella vita; tipicamente l’esordio è tra i 30 e 50 anni di vita e tende ad aumentare di frequenza con l’avanzare dell’età. I sintomi classici sono pesantezza, dolore continuo in regione lombo-sacrale, rigidità o limitazione dei movimenti.

Il corretto inquadramento della lombalgia richiede uno studio radiologico e una valutazione ortopedica. Spesso vengono riconosciute anomalie vertebrali (scoliosi, artrosi, stenosi del canale vertebrale, spondilolisi, spondilolistesi, sinostosi); ancor più frequenti sono le alterazioni del disco intervertebrale (degenerazioni del disco, ernie).

Una volta correttamente inquadrato, il paziente con lombalgia cronica potrà giovarsi della fisioterapia, con lo scopo di ridurre il dolore e insegnare al paziente a proteggersi da un suo ritorno attraverso esercizi di allungamento e di potenziamento della muscolatura personalizzati.

Ernia cervicale. Come migliorarne i sintomi?

L’ernia cervicale è una patologia degenerativa del tratto superiore della colonna vertebrale. Il problema si manifesta a livello del disco che fa da cuscinetto ammortizzatore fra due vertebre cervicali contigue, il quale presenterà una sporgenza cuneiforme che andrà a comprimere le radici nervose di uno o di entrambi gli arti superiori. Questo può provocare dolore anche molto intenso al collo con irradiazione di dolore o formicolio lungo il braccio (cervicobrachialgia).

La valutazione del paziente con ernia cervicale richiede uno studio radiologico e una successiva valutazione ortopedica. Nei casi più severi, potrà essere necessario richiedere un parere neurochirurgico per valutare la possibilità di operare questa patologia. Nei casi iniziali, molto più frequenti, può invece essere di notevole aiuto un approccio fisioterapico: attraverso una valutazione globale del soggetto e la programmazione di esercizi specifici (da svolgere in sede e a casa) e terapie fisiche mirate, sarà possibile ottenere una riduzione dei sintomi e il miglioramento della qualità di vita del paziente.

Come riportare in equilibrio la propria postura?

La causa non è mai lì dove si manifesta il dolore” (Françoise Mezieres)

Spesso referti radiografici e risonanze magnetiche descrivono colonne vertebrali rettilinizzate o addirittura inverse, più frequentemente nel tratto lombare o cervicale. Questo significa che le curve della colonna vertebrale hanno perso la loro fisiologica struttura. Una colonna vertebrale sana, presenta tre curve principali: lordosi cervicale (curva a raggio convesso), cifosi dorsale (curva a raggio concavo), lordosi lombare (curva a raggio convesso).

L’alterazione di queste curve fisiologiche della colonna vertebrale, se non dovuta a diretti traumi, fratture o patologie ossee specifiche, altro non è che l’adattamento e il compenso antalgico a rispetto delle tre leggi fondamentali del Sistema Tonico-Posturale (STP, il sistema che elabora tutte le informazioni provenienti dall’apparato visivo, stomatognatico, vestibolare, muscolo scheletrico, podalico, cutaneo e psico-emozionale, e ne regola l’equilibrio e il movimento in modo automatico, permettendogli di adattarsi all’ambiente in cui si trova per svolgere al meglio le diverse attività motorie). Le tre leggi del STP sono: Non dolore, Equilibrio, Funzione.

In pratica, il corpo sfugge al dolore con dei compensi posturali; questo a lungo termine determinerà accorciamento e fibrosità dei tessuti fasciali, muscolari e legamentosi causando nel tempo disequilibri, alterazioni e dolori articolari.

Il problema posturale richiede una valutazione preliminare effettuata dall’ortopedico per rilevare l’assenza di patologie. A seguito, in corso di valutazione posturale, la fisioterapia si prefigge il compito di individuare le cause scatenanti del problema posturale; i successivi trattamenti, ottimizzati per il singolo paziente, saranno mirati a ripristinare la corretta omeostasi (cioè il complesso sistema di equilibrio) del nostro corpo.